L'arguta e dissacrante penna di JP Bonomi al seguito del Novara, dalla Lega Pro alla Serie A, e non solo. Qualche raffinata esegesi del fùtbol moderno e tanta nostalgia per quello antico....
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lunedì 27 giugno 2011
L'audace calcio dei soliti ignoti
domenica 26 giugno 2011
Nessuno cerca il Fabregas italiano
La scorsa estate mezza Italia calcistica (l’half dollaroso della mela, Zamparini e De Laurentis su tutti) veniva dato da radiomercato sulle tracce di Tommaso Bellazzini da Pistoia, trequartista classe 1987. La sua squadra, il Cittadella, aveva miracolosamente raggiunto i playoff ed il nostro –insieme ad altri brillanti compagni di squadra quali Ardemagni e Pettinari- da sotto l’ombrellone vedeva il proprio cognome inserito nella meglio gioventù del pallone tricolore: Napoli, Palermo, Udinese e Bologna le pretendenti più accreditate. Il 2011 sembra avergli portato in dote un appeal davvero più scarso, quasi pari a zero: fra i rampanti di B chiacchierati del passaggio alla massima serie nell’estate della P4 e del calcioscommesse Bellazzini non c’è. L’ho visto all’opera due volte quest’anno, sempre contro il Novara: poco concreto all’andata (si fece parar un rigore da Jimmy Fontana, ma volendo dar retta a De Gregori…), disputò un partitone al ritorno. Da applausi, da levarsi il cappello. Corsa, due piedi, visione di gioco, sacrificio nei ripiegamenti, velocità ed intuizione negl’inserimenti offensivi, tecnica sudamericana ed esplosività di polpaccio nel doppio passo col quale saltò netto un impietrito Rigoni, mica l'ultimo arrivato. Non vedevo tante doti racchiuse in un centrocampista dai tempi nei quali mi capitò d’osservar all’opera coi Gunners l’allora diciottenne Cesc Fabregas, coetaneo al quale il nostro somiglia davvero parecchio. Gli scrissi, complimentandomi per le doti mostrate in campo ed esortandolo a coltivare il proprio talento in Inghilterra come aveva fatto il suo lungimirante collega catalano. Con un procuratore in grado di parlar una lingua più internazionale dell’intrallazzatorese ed una buona dose di faccia tosta, 8 anni dopo Cesc nell’Albione forse perfida ma assai meno vecchia e democristiana di Roma & dintorni potrebbe trovar fortuna ed affermazione calcistica anche il Fabregas de noantri.
venerdì 24 giugno 2011
Zitti e Mutu! Il romeno firma col Cesena ad un milione a stagione: 17 anni di militanza ed Abramovich sarà saldato
Con l'affare (o la sola?) Mutu il Cesena (e mi dispiace, perchè veder far harakiri finanziario Juve o Inter provoca immensa goduria, ma le piccole dovrebbero aver giudizio) ha messo dei sani e robusti paletti per andar fuori strada e chiuder la propria favola iniziata in Lega Pro a gambe all'aria. A parte l'età, la storica "indomabilità" del giocatore ed i suoi irrisolti problemi personali (la vicenda dei 17 milioni al Chelsea è ancora aperta), ecco un altro tassello che non porta a nulla, un altro investimento a fondo perduto. Non bastavano i vari Bogdani e Colucci? Quelli però almeno costavano poco...
Salvan la barca dei "vendibili" il piccolo ma grandissimo Giaccherini (per me da Milan o Inter, ma se gli osservatori di Man Utd o Amburgo si fossero fatti un giro in Romagna!) e la sorpresa Parolo. Il resto della rosa del Cesena non interessa più o meno a nessuno... Se adesso vendon quei due per pagar Mutu, il cerchio si chiude e buonanotte al secchio.
Ieri sera un imbarazzatissimo Lorenzo Minotti a Sportitalia prima dichiarava che "Mutu ha scelto Cesena non solo per il calcio".
Ovvia domanda dei presenti, poichè non risulta abbia competenze extra calcistiche alla Mario Draghi e vender piadina per pagar 17 milioni ad Abramovich non aiuterebbe. "Allora per cosa?".
"Non posso dirlo, ma sa che la sua carriera non durerà molto (meravigliosa affermazione per un DS che parla d'un proprio recente acquisto top salary della rosa!, ndr) e pertanto..."
"Pertanto che? Dirigente?", lo incalza Criscitiello.
Salvan la barca dei "vendibili" il piccolo ma grandissimo Giaccherini (per me da Milan o Inter, ma se gli osservatori di Man Utd o Amburgo si fossero fatti un giro in Romagna!) e la sorpresa Parolo. Il resto della rosa del Cesena non interessa più o meno a nessuno... Se adesso vendon quei due per pagar Mutu, il cerchio si chiude e buonanotte al secchio.
Ieri sera un imbarazzatissimo Lorenzo Minotti a Sportitalia prima dichiarava che "Mutu ha scelto Cesena non solo per il calcio".
Ovvia domanda dei presenti, poichè non risulta abbia competenze extra calcistiche alla Mario Draghi e vender piadina per pagar 17 milioni ad Abramovich non aiuterebbe. "Allora per cosa?".
"Non posso dirlo, ma sa che la sua carriera non durerà molto (meravigliosa affermazione per un DS che parla d'un proprio recente acquisto top salary della rosa!, ndr) e pertanto..."
"Pertanto che? Dirigente?", lo incalza Criscitiello.
"Diccelo, Lorenzo, altrimenti passiam la notte col tarlo in testa" insiste Pedullà.
"Non posso dirlo,ma Mutu l'ha voluto fortemente il presidente". Amen.
Insomma,scampato il baratro (7 milioni netti per 3 anni e mezzo) a gennaio, Campedelli evidentemente di stare a galla evitando di legarsi al collo il peso Mutu proprio non ne voleva sapere....
L'ha trovato in sconto (guarda caso!)? S'è fatto prender dal nome?
Proprio quel vizietto che il suo omonimo a Verona è sempre riuscito a scansare.
Resistendo ancora in A, dieci anni dopo il miracolo e lanciando una discreta serie d'ottimi sconosciuti.
"Non posso dirlo,ma Mutu l'ha voluto fortemente il presidente". Amen.
Insomma,scampato il baratro (7 milioni netti per 3 anni e mezzo) a gennaio, Campedelli evidentemente di stare a galla evitando di legarsi al collo il peso Mutu proprio non ne voleva sapere....
L'ha trovato in sconto (guarda caso!)? S'è fatto prender dal nome?
Proprio quel vizietto che il suo omonimo a Verona è sempre riuscito a scansare.
Resistendo ancora in A, dieci anni dopo il miracolo e lanciando una discreta serie d'ottimi sconosciuti.
giovedì 23 giugno 2011
Calciomercato Volume I - Un pomeriggio all'Hilton
Trasferimenti choc? Vorticoso mulinare di milioni di euro? Personalità del pallone a simboleggiar potere e denaro da trasformar nei sogni del popolo pallonaro e nei destini d’una fede calcistica? Forse, ma ciò che lascia esterrefatto chi mette piede per la prima volta all’Hilton sono i baci. Su guance barbute oppure rasate di fresco; regalati da labbra giovani ed atletiche (chi gioca oppure ha appena smesso) oppure rinsecchite dal tempo e rivitalizzate da trattamenti di bellezza che chi guadagna ogniqualvolta il proprio assistito cambia casacca può sicuramente permettersi. Baci, baci, baci,baci. Franco Grillini, Freddy Mercury e Nichi Vendola non c’entrano: qui uomini baciano altri uomini in segno di fiducia e fratellanza, fare affari richiede intimità e trasparenza. Andreotti, Breznev, Giuda ed una certa abitudine romano-meridionale devon aver fatto scuola: la semplice stretta di mano appare –nell’hall dell’hotel milanese – pressoché offensiva, il limitarsi all’abbraccio quasi un “ti conosco a malapena, ma chi sei, di chi sei amico,che calciatori hai o puoi offrirmi?”: qualcuno s’accontenta d’una pacca sulla spalla, ma trattasi evidentemente d’un novellino poco espansivo e piacione. Forse riuscirà a piazzare un roccioso mediano a qualche provinciale di C2 per duemila euro al mese, nemmeno lo stipendio d’un cassiere di banca.
C’è di tutto, nella macedonia umano-calcistica dell’Hilton più brutto del mondo : il romano Cavalieri, il Waldorf Astoria di NY, il londinese Trafalgar Square e persino il vecchi Fontainebleu di Miami appartenenti alla stessa catena fan apparire la struttura una sorta di vecchio motel ridipinto sommariamente . Al bar i prezzi non son teneri : 3 euro il caffè, ma visti i milioni nell’aria dovrebbe far parte del gioco. Macchè: fra tanti signori del pallone grondanti opulenza e procuratori con cartelletta di pelle firmata (Montenapoleone 500 euro o Via Paolo Sarpi, Chinatown, 50?), gli unici ad affrontare le giovani ed avvenenti bariste con un ordine siamo noi ed un trio di canadesi che –prenotata mesi fa la prima vacanza in Italia- faticano a capir dove sono finiti. “We are here for Duomo and Cenacolo. But what is this? Business meeting? They don’t look businessmen”. Football market. “Ah, in Canada abbiamo l’hockey ma se vuoi comprar il giocatore d’un’altra squadra chiami il proprietario e glielo chiedi. Oppure mandi un email”. Già. Pagato il caffè e salutati gli snowback (“A saper che c’era ‘sto casino prenotavamo altrove. Per fortuna stiam poco. Ma a Roma mica troviam altri di questi?”), è ora d’andare. A furia di baci e bisbigli, qui tanto non si scopre mica niente e la sensazione che gli affari veri si chiudan altrove è forte. In mancanza di telecamera (però c’è Sky e l’onnipresente vate del traffico calcistico GianLuca di Marzio), ci si stampa nella mente i personaggi cechoviani del pomeriggio, in attesa d’impugnar carta e penna al ritorno a casa. Rino Foschi stancamente affossato in un divano ricorda quei backpackers cazzeggianti negli aeroporti in attesa che il proprio volo lowcost ritardato di 10 ore chiami l’imbarco; “nonno” Berti (due anni a Novara alla soglia dei 40, quasi tutti da indisponibile per mal di schiena) in albergo non entra neanche: ondeggia fra la fermata del tram ed il posteggio, intrappolato in gaie conversazioni e pierreggianti saluti; Gianluca Petrachi sfinisce la batteria del telefonino appoggiato alla porta di servizio, interrotto a più riprese da un facchino cingalese alle prese con il voluminoso bagaglio d’un gruppo israeliano in check-out. L’asiatico sacramenta e per poco non travolge col carrello Flipper Damiani distratto dal cellulare. I procuratori stanno vicino alla porta girevole, in attesa d’agganciar qualcuno che passi: bacio bacio e via coi saluti. Delli Carri, Bia, Sclosa: è un fiorir d’ex calciatori in questo serraglio che in televisione sembra dieci volte ciò ch’è in realtà. A conti fatti, una trentina di metri quadrati (hall più marciapiede esterno, mentre la scuola elementare di fronte è zona franca per chi vuol parlare lontano da orecchie indiscrete) d’ordinario nulla dipinto d’oro e lustrini. Qualche soggetto meno famoso ricorda parecchio l’Andrea Roncato che agganciava Lino Banfi nei corridoi del calciomercato nella pellicola cult del genere, “L’allenatore nel pallone”. Uno di loro, attempato e col fare da bauscia, mi squadra con sospetto mentre urla (“ma glielo avevo detto, presidente, che il ragazzo doveva giocare in Lega Pro…se Lei non m’ascolta! Eh, le avrei io risparmiato un sacco di grane…”) nell’Iphone. Senza smartphone in mano, non ho baciato nessuno, ho buttato via tre euro per un caffè ed invece di Gazzetta o Tuttosport ho sottomano Corriere e Repubblica. Non sei dei nostri: giornalista o curioso? Poco importa. S’allontana a passo svelto, guardiano geloso dei propri segreti. “Diecimila euro, presidente, solo questo le chiedo…”.
lunedì 20 giugno 2011
ITE, CAMPIONATUS EST....
La bellezza del calcio (l'odore dell'erba, il pallone che rotola, un bimbo sulle tribune che piange o gioisce, vessilli e colori agitati con eccitazione ed orgoglio oppure riposti con rassegnazione e voglia di riprovarci, gesti tecnici ed agonistici degl'atleti) ha lasciato il campo ufficialmente ieri sera al patinato squallore del calciomercato moderno: la bollywoodiana ricostruzione d'un ex ristorante storico della Milano da bere (il vero Giannino stava in via Sciesa prima che il dollaro rossonero convincesse la proprietà a godersi la vecchiaia alle Hawaii) adattato a mangiatoia di Mino Raiola & Co. ad uso e consumo televisivo, bufale colossali con fuochi d'artificio e ragazzine scosciate sullo schermo, dodicenni sudamericani spacciati per futuri crack da procuratori senza scrupoli assecondati da mestieranti della notizia bomba, milioni di euro fatti passar per insignificanti noccioline quando dall'altra parte dello schermo o del foglio c'è chi pur d'arrivare a fine mese vorrebbe prender il passaporto greco (così m'aiutan la Merkel e Sarkozy!).
A furia di sentirli, le domande nascon spontanee:"Ma qualcuno che sa giocar poco a pallone e vale due soldi è rimasto oppure tutti campioni? Se Donadel e Budel con quei nomi da farmaco e piedi antibiotici valgono X milioni di euro, oggi quante Microsoft occorrerebbero per poter anche solo parlare con Platini o Luisito Suarez?". Ed ancora: "Ma se prendo la camera all'Hilton (non costa nemmeno granchè, per i milioni che sembran girar vorticosi nell'hall: 102 euro a notte), del circo posso illudermi di far parte anch'io?".
A Novara, nel frattempo, restiam nel nostro brodo. Ora di gallina pregiata, dalle uova d'oro. Qualcuno dice che la serie A sveglierà una città assopita (non solo calcisticamente) da decenni, narcotizzata da un letale mix letale d'indolenza sabauda e periferia milanese: datemi del pessimista ma per ora sto con San Tommaso...
Trascorsa una settimana dall'estasi e dimenticata Piazza Martiri in versione Copacabana, è probabilmente ora di lasciarsi i festeggiamenti alle spalle e guardar al futuro. Ristrutturazione dello stadio ed acquisti mirabolanti le frasi sulla bocca di tutti. Ma perchè qualcuno arrivi - a meno d'ipotizzare una rosa di 35 elementi - si dovrà piazzare altrove i vari Gheller, Juliano Vicentini, Centurioni, Strukelj,Coubronne,Lanteri, Motta, forse Rubino ed il rebus ("Ci parlerò" ha detto il nuovo DS) Pinardi : tutti con contratti pluriennali e -presumibilmente-pochissima voglia di lasciare una società dove lo stipendio arriva puntuale come un orologio svizzero.
Ecco il primo rebus in mano a Mauro Pederzoli : non a caso già nella propria conferenza stampa di presentazione, il bresciano ha annunciato che "il contratto a Parola non verrà rinnovato".
Altre valigie sulla porta di Novarello? Probabile, ma sicuramente stavolta non unilateralmente collocate e tantomeno gratis.
Si parla di Piovaccari, mentre un amico beninformato rivelò già in tempi non sospetti (playoff ancora da disputarsi) che l'eventuale serie A avrebbe portato in riva all'Agogna il talentino rossonero Paloschi. Gioco delle figurine? Sì, come ogni estate che si rispetti. In attesa di sviluppi, iniziamo intanto a sognare tanti grandi stadi. Senza dimenticar però quelli nei quali abbiamo annaspato per 30 anni: lo spirito battagliero che il Novara spesso e volentieri lasciava a casa salendo sul torpedone per Pizzighettone o Crevalcore dovrà esser bagaglio a mano sui voli per Roma e Napoli....
venerdì 17 giugno 2011
SERIE B - stagione 2010/2011 - RASSEGNA STAMPA JPB
21 maggio 2011 Pescara-Novara 1-2
20 maggio 2011 Prepartita Pescara
13 maggio 2011 Prepartita Frosinone
7 maggio 2011 Crotone-Novara 0-3
6 maggio 2011 Prepartita Crotone
1 maggio 2011 Novara-Siena 1-2
22 aprile 2011 prepartita Reggina
16 aprile 2011 Novara-Piacenza 2-2
15 aprile 2011 Prepartita Piacenza
11 aprile 2011 Empoli-Novara 0-0
8 aprile 2011 Prepartita Empoli
2 aprile 2011 Novara-Ascoli 1-0
27 marzo 2011 AlbinoLeffe-Novara 3-1
25 marzo 2011 prepartita AlbinoLeffe
19 marzo 2011 Vicenza-Novara 1-0
18 marzo 2011 Prepartita Vicenza
7 marzo 2011 Ultimo stadio
26 febbraio 2011 Novara-Varese 1-1
14 febbraio 2011 Novara-Torino 1-0
11 febbraio 2011 Punto sul campionato
5 febbraio 2011 Grosseto - Novara 0-1
29 gennaio 2011 Novara-Cittadella 2-2
21 gennaio 2011 Intervista Strukelj
15 gennaio 2011 Novara-Padova 1-1
8 gennaio 2011 Modena - Novara 2-1
11 dicembre 2010 Frosinone-Novara 1-1
5 dicembre 2010 Febbre a 40 (Novara-Crotone 3-0)
3 dicembre 2010 prepartita Crotone
28 novembre 2010 Rifiutarsi di perdere (Siena-Novara 1-1)
22 novembre 2010 La Reggina e la tela di Penelope (Novara-Reggina 3-1)
14 novembre 2010 Implacabili (Piacenza-Novara 1-2)
9 novembre 2010 Ed al settimo giorno il Novara si fermo'.... (Novara-Empoli 1-1)
6 novembre 2010 Nulla di fatto (Ascoli-Novara 1-1)
31 ottobre 2010 In serie A...perta (Novara-Albinoleffe 3-0)
31 ottobre 2010 In serie A...perta (Novara-Albinoleffe 3-0)
18 settembre 2010 Zero punti e mille rimpianti (Torino-Novara 1-0)
12 settembre 2010 Romario inarrestabile: il Novara rimonta e continua a volare (Novara-Grosseto 2-1)
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giovedì 16 giugno 2011
RASSEGNA STAMPA JPB - Lega Pro stagione 2009 - 2010 - da oknovara.it
25 aprile 2010 Cronaca di una festa annunciata (Novara-Cremonese 3-3)
14 febbraio 2010 Intervista a Jean-Christophe Coubronne - Rubrica "Welcome to Novara"
8 febbraio 2010 Prova di forza (Alessandria-Novara 1-4)
6 febbraio 2010 Intervista a Samir Ujkani - Rubrica "Welcome to Novara"
31 gennaio 2010 Poco gioco ma tre punti (Novara-Pergocrema 2-0)
24 gennaio 2010 Passo falso in campo, avanti in classifica (Monza-Novara 0-0)
17 gennaio 2010 Un tempo regalato (Novara-Como 1-1)
13 gennaio 2010 Il tiro della domenica salva..il Milan! (Milan-Novara 2-1)
10 gennaio 2010 A passo di record: ancora 3 punti (Sorrento-Novara 0-2)
20 dicembre 2009 Tre punti on the rocks (Novara-Figline 1-0)
7 dicembre 2009 Manca solo il gol (Novara-Arezzo 0-0)
29 novembre 2009 Arrivederci e grazie: azzurri in fuga (Cremonese - Novara 0-2)
22 novembre 2009 Gli spietati (Novara-Benevento 2-0)
15 novembre 2009 Meglio tardi che mai (Foligno - Novara 1-1)
1 novembre 2009 Non si può sempre vincere, ma... (Viareggio - Novara 0-0)
25 ottobre 2009 Il cuore oltre l'ostacolo (Novara - Perugia 2-1)
18 ottobre 2009 Il morso del cobra (Lumezzane - Novara 1-4)
28 settembre 2009 Il cinismo delle grandi (Novara - Alessandria 1-0)
7 settembre 2009 Como - Novara : meno burocratico espatriare che entrare allo stadio
31 agosto 2009 Esordio vincente (Novara - Sorrento 2-1)

Prefazione
Questo blog nasce subito dopo la storica promozione del Novara in serie A.
Non fu vanità o lucro, quanto piuttosto le richieste di diversi conoscenti residenti fuori Novara (il giornale per cui scrivo, Tribuna Novarese, è in vendita solo nelle edicole della provincia) d'inviar loro
i miei pezzi o di descrivere due anni irripetibili (dalla C alla A).
Dopo alcune email, una ripetuta e laboriosa duplicazione di PDF ed un viaggio a ritroso nella biennale avventura azzurra, ho realizzato che sarebbe stato più semplice creare una pagina ad hoc.
Ho subito trovato emozionante rivivere due anni di successi e viaggi lungo lo Stivale.
Per coinvolgere anche chi del Novara se ne lava le mani (ora sembra che nessuno possa far a meno d'interessarsi della squadra azzurra, ma fino a poco tempo fa nella categoria sovracitata trovava posto anche la maggior parte dei Novaresi stessi; chi era al Piola quando per arrivar ad esser quattro gatti occorreva attirarne uno dalle villette di fronte col Friskies può testimoniarlo meco), sarà anche sede di elucubrazioni calcistiche.
Dite ciò che credete sia, liberamente.
Un ringraziamento ed un saluto a chiunque capitasse da queste parti.
JPB
Non fu vanità o lucro, quanto piuttosto le richieste di diversi conoscenti residenti fuori Novara (il giornale per cui scrivo, Tribuna Novarese, è in vendita solo nelle edicole della provincia) d'inviar loro
i miei pezzi o di descrivere due anni irripetibili (dalla C alla A).
Dopo alcune email, una ripetuta e laboriosa duplicazione di PDF ed un viaggio a ritroso nella biennale avventura azzurra, ho realizzato che sarebbe stato più semplice creare una pagina ad hoc.
Ho subito trovato emozionante rivivere due anni di successi e viaggi lungo lo Stivale.
Per coinvolgere anche chi del Novara se ne lava le mani (ora sembra che nessuno possa far a meno d'interessarsi della squadra azzurra, ma fino a poco tempo fa nella categoria sovracitata trovava posto anche la maggior parte dei Novaresi stessi; chi era al Piola quando per arrivar ad esser quattro gatti occorreva attirarne uno dalle villette di fronte col Friskies può testimoniarlo meco), sarà anche sede di elucubrazioni calcistiche.
Dite ciò che credete sia, liberamente.
Un ringraziamento ed un saluto a chiunque capitasse da queste parti.
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