Post più popolari

giovedì 29 settembre 2011

Champions League The Day After

Tre su tre contro cechi, russi e spagnoli di provincia e qualcuno festeggia come se fosse passata la nottata. Grossomodo lo stesso atteggiamento dei media sulla situazione economica del paese: non appena la borsa prende lo 0.1% , tutto sembra risolto. "dai, che a Francoforte si dimenticano di noi e grazie a moda,spaghetti e furbizia ce la caviamo ancora".
 Il Viktoria Plzen fa la propria onesta gara: corsa, qualche ruvido colpo ben assestato, un paio di contropiedi volitivi ma non propriamente brasiliani e tanta spes che un Milan spuntato finisse imbrogliato dalle proprie paure. Impresentabili? Mah, francamente s’è visto in giro di peggio ma forse due gol a questi li avrebbero rifilati anche un’Atalanta o un Bologna in giornata sì. L’impressione è che il (generoso) rigore abbia tolto dalle spalle di quelli d’Allegri una grossa, pelosa e pesante scimmia: sino a quel momento i rossoneri davanti avevan combinato pochino. Ibra più nome e simbologia che il conosciuto terremoto. Ancora convalescente? Domenica c'è la Giuve. Cassano segna ma non convince: che giochi solo con gli altri in infermeria è ormai un assioma. In terra a sé favorevole (Mosca porta bene sin dai tempi di Ronaldo), si riprende l’Inter: una settimana dopo, ormai assodato che a Novara si giocò per perdere e liquidare Gasp. La fragilità difensiva (due reti al passivo anche col CSKA) ed un attacco beneficiato da invenzioni dei singoli più che da doti d’orchestra dicono che i nerazzurri in Europa stanno fra seconda e terza fascia. Per intenderci, due gradini sotto Barça e Real ed ad uno da Chelsea e Man Utd. Stesso livello pel Napoli: batte un Villarreal non irresistibile denotando sempre e comunque il proprio status. Comandano  il gioco e fan la differenza quei tre, il resto è –ad esser generosi- appena sufficiente, al massimo da Europa League. Male Man City e Dortmund (ha ragione Pietro Nicolodi, l’anno dopo l’exploit tutto diventa più difficile ed il calcio champagne di Klopp non sembra da esportazione),così così i diavoli rossi di Sir Alex (assurdo prender 3 gol in casa dagli svizzeri in mezz’ora ma la reazione è da Old Trafford dei bei tempi  e da squadra con le palle nonostante la gioventù in campo) ed il Chelsea che non capitalizza il dominio nell’inizio di secondo tempo al Mestalla ed è rimontato da un rigore di Soldado (a Moratti fischino le orecchie, vale dieci Forlan). Attenzione al Benfica di Nolito, Aimar, Cardozo, Witsel, Garay: farebbe il solletico alle due grandi di Spagna ed Inghilterra ma vale tranquillamente le due milanesi che rappresentano l’Everest del nostro povero calcio. Al momento, comunque, ardua impresa provar a trovare una motivazione per spiegare come il Barça possa trovarsi  a fine maggio a non salire i gradini dell’Allianz Arena .

sabato 10 settembre 2011

Serie A season preview

ATALANTA  Sei gradi di separazione fra Dea e salvezza. Esploderà el frasquito Moralez? Bonaventura già pronto per una grande, presto in nazionale e fra i  top player di questo paese. Dietro ed in mezzo, partito Barreto, manca forse altrettanta qualità. PREVISIONE:  Calendario soft in avvio, superare lo scoglio del -6 si può.
____________________________________________
BOLOGNA  Il talento uruguagio Ramirez metterà la testa a posto dopo le bizze estive? Decisivo. Diamanti ed Acquafresca innesti di qualità, ma in difesa poco talento ed un centrocampo imperniato su Mudingayi e Kone non può far sognare: per Bisoli la quadra non sarà semplice. 
PREVISIONE: salvezza, magari con qualche innesto a gennaio.
____________________________________________________
                       
CAGLIARI  Ceduti e non degnamente sostituiti Marchetti, Matri, Lazzari ed Acquafresca: far credere che non ti sei indebolito diventa un’impresa. Come la salvezza, affidata alla difesa collaudata, al talento del ventenne colombiano Ibarbo ed all’altra scommessa offensiva Thiago Ribeiro. Recuperato da un anno d’infortuni il brasiliano Nenè. Basterà? PREVISIONE: lotta per la salvezza.
___________________________________________________________________________
CATANIA Tornato anche Bergessio, si può dichiarare riconfermata l’ossatura della scorsa stagione: del Catania salvo a maggio manca solo Silvestre. Il nuovo? Tre scommesse: Montella in panchina, Lanzafame in campo e Suazo in panchina. PREVISIONE: punta a salvarsi, se Maxi Lopez e Gomez girano può farcela.
___________________________________________________________________________
CESENA Mutu farà il bravo? Eder resterà nel peso forma? Parolo ripeterà la scorsa, eccellente stagione che l’ha portato in azzurro? L’eterna promessa Candreva saprà riscattarsi? Martinho saprà rivelare il talento lasciato intravedere a sprazzi a Catania? Tante incognite, poche certezze. Una, forse, è Giampaolo. PREVISIONE: salvarsi non sarà facile.
_________________________________________________________________________
CHIEVO   Mimmo DiCarlo back in town, due salvezze dopo: a Verona chi ha a cuore le sorti dei “mussi” spera che il proverbio porti pure la terza. Partiti Mantovani e Constant, le nuove scommesse di Sartori (se esistesse un Nobel o un Oscar per i Ds!) si chiamano Cruzado, Drame, Vacek e Bradley. La certezza –accanto a Sorrentino negato a Zamparini- dovrebbe invece esser l’attacco: la promessa Paloschi accanto alla bandiera Pellissier  PREVISIONE: dopo averci abituato ai miracoli, la salvezza appare possibile e terrena. Ma bisognerà sudarsela.
_________________________________________________________________________

FIORENTINA Lazzari, Cassani, Kharja: acquisti di qualità a costi contenuti e s’è resistito alla corte della Juve per Vargas. Trattenuti anche Gilardino e Montolivo, se Jovetic torna sano un posto al sole dietro le grandi ci sta. PREVISIONE: a Jo-Jo e Gila piacendo, Europa League. Altrimenti ottavo-decimo posto.
________________________________________________________________________
GENOA Difficile faccia la fine dei cugini, ma la truppa di transizione messa in piedi da Capozucca (sì, ci son anche DS che sembrano pensionati alla bocciofila!) farebbe bene a guardarsi le spalle. Invece di Gilardino è arrivato Caracciolo, il Birsa visto con l’Auxerre non sembrava un fenomeno, Seymour e Pratto sono due incognite. La ciliegina per chi vuol predire al Grifone giorni difficili? Malesani in panchina. PREVISIONE: a metà classifica. Se va bene…
______________________________________________________________________
INTER Gasp come Benitez? Forse, ma senza Mondiale per clubs. Un gradino sotto l’Inter della scorsa stagione, una scalinata sotto quella di Mourinho. Difficile trionfi in Europa ma qualche ambizione di far la festa al Milan entro i patri confini la cova. Alvarez grande talento che ama portar palla fra i piedi: probabili per lui calci e pressione. Per star al passo di Ibra &Co. ? Fuochi d’artificio di Milito e Pazzini, il Forlan dei Mondiali e trovar collocazione a Sneijder.
PREVISIONE: seconda dietro al Milan.
___________________________________________________________________
JUVENTUS Sogni proibiti Vargas e Rossi, tocca a Giaccherini, Estigarribia, Vucinic e Vidal rendere i sogni d’Antonio Conte realtà. Milos Krasic (si è perso?) ed Elia (campione o discolaccio?) le cartine di tornasole dei bianconeri che non possono permettersi l’ennesimo annus horribilis. Sicuri che Pirlo non possa trovarsi a faticare in quello schema?  Però c’è il nuovo stadio. PREVISIONE: parte un gradino sotto le milanesi, lotterà per essere sul podio.
____________________________________________________________________
LAZIO  Marchetti eccellente arrivo fra i pali ma il dubbio sta davanti: quanta fame di vittoria hanno ancora Klose e Cissè? Hernanes talento immenso del quale abbiamo intravisto solo la punta dell’iceberg. Se va lui, si sogna. Sarebbe servito un incontrista più giovane e dinamico di Brocchi. PREVISIONE: fra quarto ed ottavo posto. Difficilmente più su o più giù.
_______________________________________________________________________
LECCE  Spariti i Semeraro, i gerenti ad interim han previsto “un campionato con dignità”: sembrava bandiera bianca, con Osti a raffazzonare giovani prestiti (Strasser,Cuadrado, Muriel) , vecchi relitti (Carrozzieri uscito dalla squalifica per cocaina, Obodo, Diamoutene) e reduci della scorsa stagione. Poi, in chiusura di mercato, due raggi di sole last minute: Oddo e Pasquato. Ma rimane dura…PREVISIONE: qualche lira sulla retrocessione dei salentini si può giocarla anche in tempi di crisi.
________________________________________________________________________
MILAN  Gli scudettati di maggio (Pirlo quasi sempre infortunato e palla al piede per il gioco d’Allegri) più Taiwo, Mexes, Aquilani ed El Shaarawy. Parte in pole position per fare il bis e probabilmente ci riuscirà. In Champions però meno gioie, le grandi d’Europa son un'altra cosa. PREVISIONE: scudetto.
________________________________________________________________________
NAPOLI   I tre davanti (Hamsik, Cavani, Lavezzi) possono ambire a qualsiasi traguardo. Quelli dietro no.  In mezzo due ottimi innesti (Dzemaili ed Inler) ma nessun fenomeno. Fondamentali la crescita di Britos e Fernandez o le magie del Pocho (fra i tre argentini più forti al mondo, una delle poche stelle a livello mondiale rimaste in Italia) per provare a sognare. PREVISIONE: fra terzo e quinto posto. Dura in Champions.
________________________________________________________________________
PALERMO   Sistemata in extremis una situazione da bollino rosso: Tzorvas, Della Rocca, Barreto ed Aguirregaray buoni acquisti. Arrivati però tardi: servirà tempo? Ilicic e Zahavi, potenzialmente due grandi di domani, da tenere d’occhio. Pastore a Parigi, Miccoli a fine corsa, Pinilla infortunato: davanti tutto sulle spalle di Hernandez. PREVISIONE: e  se l’allenatore che non t’aspetti facesse il miracolo? Mai dire mai.
_______________________________________________________________________
PARMA  Pellè per Amauri davanti, Blasi per Dzemaili in mezzo : anche tralasciando la difesa rimasta vulnerabile (A.Lucarelli e Paletta coppia colabrodo lo scorso anno: confermati!) ce n’è abbastanza per dire che salvarsi sarà dura. Floccari arrivo last minute ad indorare la pillola, ma Colomba tocchi ferro: i miracoli difficilmente si ripetono. PREVISIONE: salvarsi non sarà facile.
________________________________________________________________________
ROMA  Cantiere aperto, societariamente ed in campo, o polveriera pronta a esplodere? Entrambi, maneggiare con cura. Totti, Borriello, De Rossi,  Luis Enrique,  Lamela: a Trigoria più casi che sulla scrivania dell’ispettore Callaghan. Gago oggetto misterioso, Stekelenburg e Pjanic grandi campioni ma di Roma hanno sinora capito poco. Come finirà? PREVISIONE: Se l’asturiano resiste fino a Natale, fra le prime cinque. Altrimenti…
_____________________________________________________________________
SIENA  I vaffanculo di Sannino funzioneranno anche in A? La squadra non sembra granchè e qualche motivazione dalla panchina potrebbe non bastare. Gonzalez alla prova del nove: vale la A?  PREVISIONE: dal quindicesimo posto in giù.
_____________________________________________________________________
UDINESE  Non finirà come la Sampdoria -passata in dieci mesi dai preliminari di Champions alla B- ma farà molta più fatica della scorsa stagione, non solamente perché Sanchez, Inler e Zapata non ci sono più. Fra i giovani occhio a Ekstrand, Fabbrini e –soprattutto- Badu e Romero, pronti per il grande salto. PREVISIONE: a metà classifica.

NOVARA  Tanti punti interrogativi sotto la Cupola. Molti arrivi, gran parte dei quali però reduce da periodi negativi, bocciature o delusioni con altre maglie e freno a mano tirato sugli ingaggi. Non si è comprato nessuno all’estero (“la società non aveva una rete di osservatori adeguata, per un argentino c’era interesse ma non siamo riusciti a prenderlo” le parole del DS Pederzoli in ritiro), puntando invece su stranieri da rilanciare (Garcia, Radovanovic, Granoche, Morimoto)  ed usato sicuro (Jeda, Paci, Pesce, Meggiorini).  Dietro ed in mezzo si è cambiato poco, davanti tutto. Il mistero di San Gaudenzio sta proprio nella facilità (o meno) di fare gol: se si segna poco, si dovrà fatalmente esser ermetici dietro. Ludi e Lisuzzo hanno scalato due categorie in altrettante stagioni: hanno già raggiunto ed oltrepassato il proprio zenit o c’è ancora trippa per gatti? Ujkani e Morganella futuri big a livello europeo, Gemiti e Porcari posson garantire qualità e sostanza così come Rigoni apparso in grande forma e l’altro eccellente acquisto Giorgi. Sulla trequarti Pinardi fisicamente a breve termine;  lascerà spazio a Mazzarani, chiamato ad esplodere ed a dare dinamismo e tempi al gioco. Ne ha i mezzi, ma potrebbe servir pazienza. E davanti? Granoche e Jeda forse più affidabili di Morimoto e Meggiorini, ma sarà sotto osservazione soprattutto il gioco: cessione degli interpreti ed upgrading degli avversari dicono che aspettare sornioni e il nemico e ripartire affidandosi a Bertani e Gonzalez –lo schema vincente degli ultimi 24 mesi- non sarà più così semplice. Se Tesser saprà inventarsi una nuova sceneggiatura offensiva (e gli interpreti supportarla a dovere), una salvezza tranquilla è il target minimo. Altrimenti toccherà affidarsi alla solidità per portar a casa vittorie di stretta misura e pareggi sofferti. Il pericolo maggiore sta però a bordo campo: che l’entusiasmo debordante impieghi un paio di partite storte a tramutarsi in scetticismo. Dopo due anni nei quali tutto è andato inverosimilmente bene in campo e sugli spalti s’è fatta l’abitudine a vincere, una piazza storicamente pessimista potrebbe non prender bene le prime sconfitte casalinghe (contro Paganese e Modena stop validi solo per le statistiche, il Novara è di fatto imbattuto al Piola da due anni) dell’era Tesser. E forse anche quelle fuori.

PREVISIONE: salvezza, magari con un paio di innesti a gennaio se qualche scommessa d’agosto non dovesse pagar dividendi.

venerdì 9 settembre 2011

Money makes the ball go round


"Io sono Zlatan, voi chi cazzo siete?".
Potrebbe permettersi la frase rivolta ai
compagni dell'Ajax anche oggi: 
è l'indiscusso Paperone della serie A

C’è chi suda il salario, come cantava Rino Gaetano? Sicuramente sì  -persino chi finisce poi per non scendere mai in campo qualche stilla in allenamento deve pur versarla- ma grazie alla Gazzetta di ieri ora sappiamo “quanto sa di sale lo pane altrui”. Ed ecco che nell’era della crisi globale e dei conti della serva ormai universalmente riconosciuti saggezza suprema ben più dell’alta finanza che tanti danni ha recato, qualche stipendio “pazzo” di serie A salta all’occhio. Il nome più discusso sembra quello di Mathieu Flamini, marsigliese di papà romano e mamma corsa: stretta di mano sotto la cravatta gialla di Zio Fester Galliani per 4,5 milioni netti a stagione. Una retribuzione superiore a quella di qualche compagno sicuramente più decisivo per le sorti del diavolo: il trio verdeoro Pato-Robinho-Thiago Silva si ferma a 4, le bandiere Seedorf ed Ambrosini a 3, il Boa e Nesta (non certo un pivello in periodo di prova) a 2.5, Abbiati addirittura a meno della metà (2). Mirabile il tweet d’Anne-Laure Bonnet in proposito: “Due francesi (l’altro è Mexes,ndr) fra i quattro meglio pagati al Milan. Non so se sappiano giocar bene a pallone, di sicuro sanno vendersi bene”.  Libertè, fraternitè, jet privè: come insegnava De Benedetti.  Ma davvero negli spogliatoi di serie A –pur nella cresa abbondanza- le invidie fra colleghi d’uffici ed aziende non esistono? Mah. Prendiamo la cenerentola della serie A in fatto d’ingaggi, il Novara: top salary per Riccardo Meggiorini a 400.000, uno che sinora in A non ha esattamente fatto sfracelli. Eppure prende il doppio di Samir Ujkani (titolare della nazionale albanese) e Michel Morganella, due destinati a calcar presto palcoscenici internazionali. Particolare il caso della Roma: il giocatore meno pagato (Barusso) percepisce dalle esangui casse giallorosse 450.000 euro a stagione (sic!). Solo al Milan i “cenerentoli” Roma ed El Shaarawy (d’accordo che è tifoso del Milan, ma sicuri che in Inghilterra non avrebbe preso di più?) se la passano meglio con 500.000 a stagione mentre Inter (Orlandoni e Caldirola 200mila), Juve (Soerensen 300) e Napoli (Fideleff e Chavez) riescono a rimanere più bassi, per giunta con giocatori forse non utilizzatilissimi ma comunque in rosa. Qualche pazzia? Amauri inutilizzato a Torino prende quanto Lavezzi e Cavani messi insieme;  Zambrotta da solo costa a Berlusconi quanto Hamsik, Inler e Zuniga tutti insieme a De Laurentiis;  i nuovi talenti del calcio argentino Ricky Alvarez ed Erik Lamela guadagnano quanto  colleghi decisamente meno dotati di fama e talento (Denis, Donadel, Cassetti, Budan, Palladino); Brighi è il top-salary dell’Atalanta: guadagna quanto i tre compagni più forti (Bonaventura, Peluso e Consigli) messi insieme;   la Juve versa al “Malaka” Martinez 950mila euro a stagione per giocare a Cesena (Campedelli provvede di tasca propria per i restanti 550mila e se credete sia pazzo ed indirizzato verso la bancarotta aspettate di sapere che Mutu invece gl’è sul gobbone per tutto il milione e mezzo a stagione), il Milan un milione e 300mila euro ad Oddo per stare a Lecce (200mila la quota residua a carico dei giallorossi); assai vantaggiosi i contratti strappati da Klose, Cissè e Cana a Lotito (rispettivamente 2.1, 2 ed 1.7 milioni), presunto “braccino: fine di una leggenda?

giovedì 1 settembre 2011

Parigi val bene la ressa

http://www.les3points.com/index.php/ligue-1/l1-les-temps-ils-changent.html?utm_source=feedburner&utm_medium=twitter&utm_campaign=Feed%3A+les3points%2Farticles+%28Les+3+points%29

Qui un po' esagerano e la sparata è talmente a lunga gittata da risultare perfino un filo naif, ma che la Ligue1 abbia iniziato la (lunga?) rincorsa a Serie A e Bundesliga per la medaglia di bronzo in Europa (Perfida Albione e Spagna fuori gara) è innegabile....

mercoledì 31 agosto 2011

Calciomercato vol.III: l'ultima cena (da Giannino)

Sgomento ed incertezza fra i camerieri
di Giannino: stasera chiude il calciomercato
Ultime comproprietà, ultimi prestiti con diritto di riscatto ed ultimi filetti al pepe verde: con l’odierna chiusura del calciomercato (ore 19), il destino di “Giannino” pare segnato almeno quanto quello dei calciatori che rimarranno senza contratto. I camerieri passeggiano sotto i portici di Via Vittor Pisani consci del peggio, rassegnati a dire addio alle mance di Claudio Vigorelli ed Enrico Preziosi. Come l’orchestra durante l’inabissamento del Titanic, nessuno vuole o può parlare ma tutti sanno come andrà a finire. La festa è finita, gli amici (dei calciatori) se ne vanno. Ancora qualche rintocco di pendola prima che procuratori, faccendieri, intrallazzatori, nutriti entourages sudamericani, osservatori e direttori sportivi allegramente banchettanti con carte di credito societarie e veline disposte a lasciarsi offrire scicchissime insalate da 25 euro a cespo di lattuga salutino col fazzoletto bianco. Au revoir, Giannino. Ci si rivede a gennaio. Roba da far venire il magone vero, altro che la fine degli amorucci estivi e delle tresche da spiaggia dei film dei Vanzina. Piazzati i terzini in esubero, convinto il fantasista a rifiutare il prestito in Turchia, affibbiato il presunto nuovo Maradona, risolto consensualmente il contratto col portiere concupito solo sei mesi prima adesso chi cenerà a quei tavoli? In letargo Di Marzio, Marchetti e Letizia (per la verità più timido e meno scafato: mentre gli altri sedevano e davan del tu al gotha del pallone, lui biascicava ipotesi da marciapiede sordo alle trombe di Gerico di Criscitiello: “O tutti o nessuno. Entraaaaaaa…”), quali telecamere immortaleranno il regale desco? Fingere il meglio, consapevoli del peggio: questa la parola d’ordine sino a stasera alle 19, quando dall’AtaHotel qualcuno arriverà per brindare. Domani? E’ un altro giorno, si vedrà. Calciomercato della crisi? Qualcuno fa cenno di sì con la testa rivolta verso l’attigua Piazza Duca d’Aosta, dove due archi dorati formano abbracciati l’iniziale di Mc Donalds: “Alcune trattative si sono chiuse lì”.

martedì 30 agosto 2011

Contributo d'ordinarietà

Primi due allenatori esonerati? Oro al Cagliari, argento al Palermo. Dove sta la novità? Nemmeno nel suo peggio il calcio italiano sa offrire del nuovo che avanza...

lunedì 29 agosto 2011

Cartellino russo

Nell’epoca di internet,  della ricerca spasmodica del trafiletto d’agenzia a basso costo o del corrispondente locale da indennizzare con buoni benzina o sorrisi, Gazzetta dello Sport manda un inviato (Luca Bianchin) a seguire un match di Russian League. Il columnist della rosa spintosi sino a Rostov (6 ore di volo di Vienna, 7 via Mosca) verga d’italico inchiostro il debutto con rete del neo calciatore più pagato al mondo ma non racconta un paio d’altre verità che forse nessun italiano vorrebbe assimilare. Primo:  chi parla di Spalletti, Criscito, Bocchetti, Bruno Alves ed Eto’o come pensionati di platino ai confini dell’impero ha una visione assai limitata nel tempo del calcio che sta cambiando. Già un anno orsono Sky aprì un’importante finestra sul pallone in cirillico, trasmettendo le gare della Russian League. Un simpatico esperimento per coprire il buco estivo dei campionati europei? Forse, ma anche quando i fratelli Wright provarono a volare ci fu qualcuno che diede loro qualche mese di celebrità prima che si tornasse alla saggezza millenaria dell’andare a cavallo. Come forse pochi sanno, da questa stagione la Russian League si adeguerà ai campionati europei : durata settembre-maggio. Per riuscirci, è prevista una sorta di maxi-stagione che terminerà a braccetto con gli altri tornei continentali. In sostanza, i russi ci stanno rivelando di non aver solo i soldi, ma anche la capacità di pianificare e romper quell’invisibile vetro che li fa apparire spesso tanto, troppo lontani dall’Europa. Secondo: alcuni criteri geografici -del pallone ma non solo- non esistono più, nell’era di internet e del mondo globale Nuoro è più lontana da Parigi e Zurigo di Mosca o Beirut. Il famigerato Anzhi, la squadra che dopo Eto’o ha provato a sedurre anche Dani Alves con 15 milioni d’ingaggio, è di Makhachkala, capitale del lontano, caucasico, selvaggio e pericoloso Daghestan? Embè, dove sta il problema? Calciatori e staff vivono (da papi, per rendersene conto oltre agli zeri degli stipendi basta legger qualche tweet-resoconto del brasiliano Diego Tardelli) e si allenano a Mosca, recandosi nella scomoda e politicamente instabile repubblica sul mar Caspio solo in occasione delle partite casalinghe. Jet da Mosca, novanta minuti e risali. Morale della favola:  non importa più granchè dove ha sede una squadra per convincer un calciatore a farne parte. L’onnipotenza del dio danaro consentirebbe –per ora in via solamente ipotetica, of course,ma attenti  a non mai dar nulla per scontato in questo mondo in perenne mutazione- di metter su squadroni in Algeria o Libia facendo base a Roma oppure in Islanda godendo di comforts e campi d’allenamento londinesi. Due stagioni orsono in Russian League giocava il Vladivostok: siamo all’estremo est dell’immensa Russia, sul Pacifico ed a uno sputo da Hokkaido e Seul. Benvenuti quindi nel calcio senza più frontiere né pudore: chi si ferma è perduto oppure povero. Guarda caso, l’identikit il calcio italiano che sta assumendo entrambi i connotati. Per riderci su: nel Daghestan, dove Eto’o riceve 55000 euro al giorno di stipendo, i russi rappresentano solo il 18% della popolazione. Al primo posto col 21% ci sono gli Avari.

Come si comporterà il Novara in serie A?